Continuo a pensare che oggi stiamo perdendo la sfida con Berlusconi proprio sul progetto e sui valori. Non è vero, come pensano in molti a sinistra, che questa destra non propone valori o solo disvalori. Nella realtà ha reinterpretato in maniera moderna e spregiudicata la famosa "arte di arrangiarsi" tutta italiana. In una società in cui il senso di appartenenza ad una comunità, sia questo lo stato, un territorio o una famiglia, si è sempre più indebolito Berlusconi ha trasformato l'arte di cavarsela in ogni situazione, nell'arte di arrangiarsi contro tutto e contro tutti. Ha fatto leva sullo scarso senso dello stato, storicamente endemico in italia, dando a tutti una nuova patria: l'io. Così il consumismo, l'esibizione costante degli status symbol, il delirio della presenza televisiva, dei reality e persino la crescita costante del razzismo non sono un "inevitabile deriva" della moderna società, ma diventano valori per una parte degli italiani, purtroppo ora maggioranza. Diventano valori perchè comunque consentono di creare un'immagine di se forte, di costruire criteri di giudizio su cui basare le proprie scelte. E, grazie a Berlusconi, offrono anche l'appartenenza a un gruppo: immenso, indefinito, impersonale. Il populismo di Berlusconi ha proprio questo scopo, creare una condivisone senza partecipazione, creare emozione, ma non empatia. Allora è anche possibile che si abbiano raduni oceanici dove si mette in comune l'immagine del capo e qualche slogan, ma al tempo stesso si salvaguarda l'agire tutti conto tutti. E alla fine si può tornare a casa e cercare di fregare il prossimo, anche se ti era a fianco a cantare Forza Italia. Allora per vincere si devono contrastare questi valori, si deve battere questo processo con un nuovo slancio ideale, con la produzione di una cultura alternativa. Il muro è caduto, il comunismo non c'è più: e allora aggiorniamo i nostri valori e le nostre parole d'ordine, diamo un nuovo peso alle parole condivisione, senso dello stato, riforma della società. Con il suo progetto Berlusconi può navigare a vista e vincere: noi no, dobbiamo ricreare cultura e senso di appartenenza, lavorare sul medio e lungo termine, creare un progetto ideale che dia un senso anche alle piccole scelte della politica quotidiana, dell'ordinaria amministrazione. Non essere contro Berlusconi, ma contro il suo progetto culturale, che, purtroppo, esiste ed è più forte di quanto ognuno di noi ha mai immaginato.